Missione in Tanzania Febbraio 2018

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MWANZA : al Bugando medical Center (26-02 al 3-03-’18)

Guardo all’alba fuori dal “resort Kilimangiaro” dove ho trascorso la prima notte nella città di MWANZA (WEST TANZANIA) .Voci di gente che chiacchera o ride rumorosamente, che lavora negli orti vicini. Sento l’odore di rami o d’erba bruciati nei campi, ammiro i voli d’uccelli dalle larghe ali (forse dei rapaci) ed infine in lontananza ecco le insenature del Lago Vittoria.

Inizia l’avventura al “Bugando Medical Center” Ospedale Universitario di 900 letti (Foto) dove mi piacerebbe dar vita al progetto HELP3 : la “start up” di un Centro d’ematologia pediatrica con trapianto di cellule staminali per le malattie del sistema emo-linfopoietico. Partecipo assieme alla collega Nunzia Manna, che mi affianca in questo viaggio, al “Grand round” in Pediatria ed in seguito all’incontro con il Direttore dell’Ospedale ,Dr. Abel Makubi,ed il suo staff per spiegare perché siamo qui. Non stiamo promettendo solo un supporto finanziario (per ora ancora insufficiente) ma vorremmo “esportare” quel poco o tanto che abbiamo imparato in anni di battaglie al letto di bambini con gravi malattie ematologiche.

Proseguono gli incontri nei giorni successivi in Oncologia,Laboratorio d’Ematologia, Farmacia,Centro Trasfusionale. Diamo il nostro contributo professionale diagnosticando al microscopio ottico (Foto) ben due Leucemie erroneamente scambiate per altre patologie ieri durante il “giro visita” in stanzoni da 20 letti (senza bagno o lavandini) dove i pazienti pediatrici erano “mescolati” a pazienti adulti , alcuni in fin di vita. Dedichiamo le altre tre giornate sia alla presentazione del nostro progetto durante un meeting scientifico con medici ed infermiere dell’Ospedale Bugando, sia alla verifica dell’attività ambulatoriale in favore dei pazienti pediatrici affetti da “ Anemia a cellule falciformi” (ACF o “sickle cell disease”) cui abbiamo contribuito inviando il farmaco specifico per la cura di 60 pazienti e fornendo una costante consulenza “ a distanza” a partire dal 2015 grazie all’uso del “Data base” configurato “ad hoc” dagli amici d’Informatica Solidale (ONLUS di Milano).

Al “summit finale” con il Direttore Generale dell’Ospedale (vedi Foto) si è d’accordo nel proseguire la collaborazione rivolta al campo dell’Ematologia Pediatrica attivando sinergie con i Servizi Ospedalieri dell’Ospedale BUGANDO già funzionanti , implementandoquelli ancora insufficienti (centro trasfusionale ad esempio), puntando nei prossimi 2-3 anni alla costruzione di un Centro specialistico per le malattie ematologiche dell’età pediatrica (Leucemie e Linfomi in particolare) e contemporaneamente “addestrando” il personale medico-infermieristico che si dedicherà a queste patologie. A mio avviso ci sono buone prospettive per una collaborazione concreta e che si mantenga nel tempo.

DODOMA : al ST. GEMMA HOSPITAL (3-03 al 6-03 –‘!8)

Sveglia alle 5 al canto del Muezzin di MWANZA , accompagnati dal fedele Emmanuel taxista che ci protegge sino al Terminal dei Pullman :qui in mezzo ad un caos indescrivibile troviamo la nostra vecchia corriera che percorrerà in 12 ore i 700 km. che ci separano da DODOMA (capitale della Tanzania) dove solo noi scendiamo mentre tutti i restanti passeggeri (molti sono bambini sotto i due anni) proseguiranno nella notte per altri 500 Km sino a Dar es Salaam .

L’Ospedale di St. Gemma è piccolo (solo 120 letti) circondato da campi e palmizi dove pascolano tranquillamente mandrie di mucche e giocano felici i bimbi del vicino villaggio di Miyuji, ma è lindo ed ordinato , costruito 15 anni fa con l’aiuto della TEC ( Conferenza episcopale tanzaniana) e sostenuto sin dal 2009 da alcune Onlus italiane (soprattutto la “associazione sostenitori ospedale St. Gemma ,Tanzania” di Monza e più recentemente da HELP3). Nuvoloni neri incombono durante i tre giorni della nostra visita ed un furioso temporale ci ha ricordato che siamo ancora nella stagione delle grandi piogge.

Due mattine spese nel partecipare alle visite di controllo di alcuni dei 120 pazienti pediatrici con ACF cui HELP3 ha contribuito alla cura donando da tre anni il farmaco Idrossiurea. Volti sorridenti ed occhi curiosi che ci guardano, commenti favorevoli delle mamme che hanno visto un notevole miglioramento della “qualità di vita” dei loro figli dopo aver iniziato le cure specifiche. Molti di questi piccoli pazienti hanno potuto frequentare ancora regolarmente la scuola esono tornati alle loro normali attività.Ci ringraziano ma il merito è soprattutto dei medici del St. Gemma Hospital che hanno favorito questa cura vincendo la diffidenza (qui in Tanzania è ancora praticata la “medicina basata sulla magia”). Mi faccio fotografare insieme a Salome una ragazza di 18 anni affetta da “ACF” piuttosto grave sino a tre anni fa quando grazie alla cura con Idrossiurea ha potuto condurre una vita normale come i suoi coetanei.

Qui di seguito alcuni dei nostri incontri (Dott.a Nunzia Manna, Dott.a Hawa Kirumbe) con pazienti e genitori durante le visite ambulatoriali al St. Gemma Hospital.

Il nostro progetto ha consentito recentemente la donazione dello strumento per la diagnosi di laboratorio della ACF con affidabilità del 100% , l’Elettroforesi della Emoglobina. Da notare che tale possibilità non era data nemmeno dall’Ospedale principale (governativo) di DODOMa e che la maggior parte dei pazienti dovevano recarsi al MUHIMBILI H di Dar Es Salaam ( 600 Km distante) per avere la diagnosi di certezza .

Durante la breve nostra permanenza grazie anche alla consulenza della Dott.a N. Manna tale strumento è stato definitivamente messo a regime.

DAR ES SALAAM : al MAMC ( 8-03-’18)

Avevamo in programma un incontro con il Prof. Lucio Luzzatto , già emerito cattedratico allo Hammersmith Hospital di Londra ed allo Sloan Kettering Hospital di New York , di spirito ed entusiasmo giovanile all’età di 80 anni . Ci accoglie nel suo studio (foto) dove ci prepara un caffè tanzaniano ,pronto a recepire quanto stiamo facendo in questo Paese dove lui è ormai apprezzato per la voglia di insegnare l’Ematologia “in senso lato”ed ad alto livello.Ci da consigli, ci raccomanda di seguire le sue orme e di lavorare con umiltà anche qui . Ci presenta alla Prof.a Julie Makani (foto) responsabile del Centro di riferimento per l’ACF in Tanzania (MAMC) e studiosa di tale malattia come riconosciuto da tutto il mondo scientifico nazionale/internazionale , da poco

trasferitasi in questo nuovo Istituto Universitario costruito da maestranze coreane con moderna architettura e soluzioni logistiche di pregio anche se ,per ora, molto poco utilizzato per mancanza dei principali servizi ospedalieri.

Durante il “meeting “ organizzato da J. Makani abbiamo avuto l’opportunità d’ illustrare i principali obiettivi del progetto HELP3 nei prossimi due anni (avvio di un Centro d’ematologia Pediatrica e trapianto in Tanzania, potenziamento della diagnosi e della terapia in malattie oncoematologiche pediatriche….), ricevendo apprezzamenti per l’attività finora svolta ( messi in cura gratuitamente quasi 300 pazienti pediatrici con ACF in Tanzania dal 2015 al 2017) tanto da esser citati come i fautori di un primo Registro per tale malattia. Interesse particolare è stato rivolto ad una possibile futura collaborazione per un’attività congiunta di Trapianto di cellule staminali nelle malattie ematologiche pediatriche in un Paese come la Tanzania ancor oggi priva di tale possibilità.

ZANZIBAR (Nguja) : al MNAZI MMOJA HOSPITAL ( 8-03 al 10-03-’18)

In un torrido pomeriggio arriviamo in questa isola con edifici e rete viaria che risentono dell’influsso della vicina Arabia Saudita. Anche l’Ospedale governativo dove ci rechiamo , Mnazi Mmoja Referral Hospital con 500 letti , mostra un’ evidente architettura “arabeggiante” ma essendo prospiciente l’Oceano Indiano fortunatamente ci fa apprezzare la tipica brezza marina che mitiga il caldo afoso. “No foto” ci dicono subito le mamme con i loro bimbi portati all’africana sul dorso o attaccati perennemente al seno da cui traggono linfa vitale. Siamo ospiti e rispettiamo( ..ma non troppo) la privacy secondo la tradizione di questa popolazione.

Uno dei medici ,il Dott. Ali (in foto col tipico berretto), ci fa vedere con orgoglio il reparto di neonatologia da poco ristrutturato da un’ONG Norvegese, pone domande ad uno specializzando dimostrando un’ottima conoscenza della patologia neonatale . Gli siamo simpatici e ci lascia scattare tutte le foto che desideriamo

Nel pomeriggio del 9 marzo il “clou” della nostra visita : presentazione e discussione del progetto HELP3 a ZANZIBAR presenti il Direttore della Pediatria ,Dr. Ali Salum, lo staff medico ed in particolare la Dott.a Fathyia Aloufi mia interlocutrice dal 2015 “by e-mail” nonché collaboratrice preziosa quando le ho chiesto di registrare i pazienti pediatrici con ACF sul nostro “data base” . Si parla anche di possibile coinvolgimento del loro ospedale nella cura di leucemie e linfomi dell’età pediatrica , un’area del tutto scoperta ma che qui vorrebbero iniziare a considerare per diminuire l’alta mortalità infantile di tali patologie.Spieghiamo che il nostro progetto prevede la formazione di personale medico-infermieristico non solo dell’Ospedale di MWANZA dove vorremmo sorgesse il Centro d’Ematologia Pediatrica ma almeno al St. Gemma Hospital (Dodoma) ed al Mnazi Mmoja Hospital in modo da creare una rete collaborativa utile alla gestione di patologie ematologiche complesse .

Infine una mezza giornata da “turisti per caso” prima del ritorno in Italia . Visita canonica ai negozietti di Zanzibar ma, soprattutto, una camminata lungo l’Oceano in un villaggio di pescatori . Qui una richiesta di aiuto per far scivolare “a mare” un barcone da poco riattivato ci ha visti per un attimo protagonisti (vedi Foto dal titolo: “diamoci una mano” JAMBO).

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